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NO TAV: cos’è successo a Torino Porta Nuova il 25/02/2012

La sera del 25 febbraio chi gestisce questo sito si trovava alla stazione di Torino Porta Nuova, di ritorno dalla manifestazione nazionale No Tav in Val di Susa. Il corteo è stato il più tranquillo che la valle ricordi da parecchio tempo in qua. Sarebbe stata un’allegra scampagnata, se non fosse per il fatto che eravamo in più di 70 mila persone. 70 mila donne e uomini decisi a manifestare la propria opposizione e la propria volontà di resistere ad un progetto scellerato e inutile, ad una rapina perpetrata da poteri politici ed economici collusi con la criminalità organizzata a danno della collettività, all’anteposizione del profitto privato alla vita umana. Non a caso tra le bandiere No Tav sventolavano molte bandiere greche. Nessuno aveva bisogno di chiedersi il perchè. Tra noi c’era gente da tutta l’Italia ed anche una delegazione di cittadini tedeschi, impegnati a Stoccarda a contrastare un progetto simile. Questo è il movimento che viene fatto passare, sui media, come un movimento nimby, preoccupato solo di proteggere il proprio interesse privato, il proprio orticello. Il serpentone si srotolava sotto il sole, sulla statale 25 tra Bussoleno e Susa; attorno, campi, prati, e le amate montagne. Una situazione difficile da sporcare: difficile far arrivare plotoni di antisommossa attraverso i campi, caricare i manifestanti e poi mostrare al telegiornale quanto siano violenti questi No Tav, come succede di solito, quando la situazione è più confusa. Per evitare di far emergere il successo della manifestazione, le forze dell’ordine hanno allora deciso di caricare i manifestanti al ritorno dalla Valle, in stazione, dove si poteva intrappolare all’interno dell’edificio un piccolo gruppo di persone (la delegazione lombarda), attaccarlo in forze e poi manipolare le immagini, naturalmente minori in numero e in comprensibilità rispetto a quelle di un corteo in corso in un vasto spazio aperto. Operazioni di questo tipo non sono certo una novità, e l’occupazione militare della Val di Susa (di questo si tratta) ci ha tristemente abituati alla violenza gratuita della polizia e dell’esercito sulla popolazione, ma questa volta la ferocia dimostrata è stata particolarmente folle e brutale. Lo scopo evidente era fare più male possibile,  impedendo ai caricati qualsiasi via di fuga, di dispersione. Nonostante i risultati differenti, la mente torna inevitabilmente ai fatti di Genova di 10 anni fa, al massacro della scuola Diaz. Forse non è un caso che chi ha diretto l’operazione a Porta Nuova sia proprio Spartaco Mortola, promosso capo della Polfer di Torino dopo la condanna per i fatti della Diaz.

Mettiamo a disposizione di tutti la testimonianza che abbiamo scritto per il team legale del movimento No Tav, perchè crediamo che sia importante contribuire a smentire la versione dei fatti della questura, riportata da (quasi) tutti i media. La testimonianza è visualizzabile al link qui sotto:

IL DIRITTO AL DISSENSO AI TEMPI DELLA TECNOCRAZIA: Testimonianza sui fatti accaduti il 25 febbraio 2012 alla stazione Torino Porta Nuova

di Stefano Breda e Maria Elena Locatelli

Se con questo articolo sgarriamo dalla nostra linea editoriale, solitamente più improntata all’analisi che alla cronaca, il tema TAV non è però scollegato dal tema del post precedente, la finanziarizzazione del capitale, come si può capire anche da questi 7 minuti di video.